L'evoluzione finanziaria dell'unione bancaria (Monte titoli Europeo) la partecipazione e' volhttp://thewalkingdebt.wordpress.com/2014/04/29/super-target-2-ovvero-euro-3-0/ontaria ma fortemente auspicata da BCE
martedì 29 aprile 2014
lunedì 28 aprile 2014
domenica 27 aprile 2014
giovedì 24 aprile 2014
Una risposta al terroristi del PUDE di L.Tempesta
1) La crisi europea è legata ai debiti ed agli sprechi dei paesi periferici
Falso ideologico. Nell’epoca euro i conti pubblici dei periferici hanno avuto andamenti migliori rispetto a quelli Tedeschi (in Germania e Francia il Debito pubblico è salito, mentre nei periferici in genere è sceso). Gli squilibri sono stati nel settore privato e nei debiti esteri. I periferici hanno senza dubbio problemi (che vanno affrontati) ma la crisi ha evidentemente cause diverse.
2) Il ritorno alle valute nazionali è un salto nel buio
Falso. Le valute nazionali sono la norma da secoli, mentre le Valute Sovrannazionali (o l’aggancio a Valute estere, adottandole o fissando cambi fissi) è l’eccezione, ed ha sempre portato alla disgregazione del sistema, per la creazione di squilibri non governabili.
3) Col ritorno alla valuta nazionale vi sarebbe una svalutazione paurosa, del 40, 50 o 60%
Falso storico. Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), l’entità delle svalutazioni è generalmente pari, a parte oscillazioni iniziali, al differenziale di inflazione accumulato nel periodo a cambi fissi con la nazione più forte cui si e’ adottato il cambio. Non lo dico io, lo dice la storia economica mondiale.
4) Col ritorno alla valuta nazionale vi sarebbe un’inflazione galoppante, un litro di latte o di benzina costerebbe 5.000 Lire
Falso storico. Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), l’inflazione è sempre stata pari ad una frazione dell’entità della svalutazione. L’abbiamo spiegato con dati in svariati articoli, ma repetita juvant. Anche qui lo dice la storia.
5) Col ritorno alla valuta nazionale i tassi sarebbero galoppanti.
Falso storico. Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), i tassi salgono prima delle svalutazione (proprio perchè anticipano l’evento). Dopo la svalutazione immancabilmente, storicamente scendono.
6) Col ritorno alla valuta nazionale l’economia reale sarebbe meno competitiva.
Falsissimo. È vero il contrario e qui tutti gli indicatori dell’economia reale lo confermano. Ne allego uno per tutti: la produzione industriale della Germania e dell’Italia. Si vede chiaramente che l’Italia ha fatto decisamente meglio in coincidenza della svalutazione, mentre la Germania ha fatto meglio in regime di cambi semi-fissi (anni 80 fino al 1991) e con l’Euro (specie dopo il 2000). La cosa è riscontrabile su tutti gli indicatori e va estesa a tutti i paesi dell’euro. Vale comunque sempre, in ogni esperienza storica a cambi fissi.
7) Perché attacchi l’efficiente e lavoratrice Germania e difendi gli inefficienti ed immorali paesi periferici? la Germania sta all’Europa come la Lombardia sta all’Italia.
FALSO macro-economico. Il paragone non regge per niente, perchè la Lombardia dà al resto d’Italia trasferimenti pari al 12% del suo PIL, la Germania un misero 0,3%. Questo numero da solo dice tutto.
Un'unione valutaria funziona se ci sono delle precondizioni: A) forti trasferimenti interni in sussidiarietà B) un mercato del lavoro ed un sistema legislativo e fiscale comuni C) Un centro politico unitari.
In Italia vi sono tutti e 3 questi fattori (sia pure con enormi storture), in Europa no.
8) Se usciamo dall’euro, le altre nazioni europee ci fanno a fettine e mettono barriere.
Falso. Anche qui c’è un evidente mancanza di logica e conoscenza della storia. L’affermazione sopra è insostenibile per 2 ragioni:
a) Se l’Italia esce dall’euro, è evidente che ne uscirebbero almeno metà delle nazioni (nel caso minore) o tutte (più realisticamente). Per esempio la sola uscita dell’Italia dall’euro costerebbe alla Francia, restando questa ancorata alla Germania ed alla valuta unica, il passare da un Deficit Commerciale abnorme, ad uno immenso, con banali conseguenze. Se escono tutti o quasi, non vedo perché tutti debbano prendersela con l’Italia.
b) Storicamente, nelle varie crisi dove una valuta si è sganciata da altre, non si è mai verificato l’ingabbiamento commerciale del paese stesso, semplicemente perché impossibile da fare e perché sarebbe sconveniente nel medio periodo a chi lo attua. Avverrà parimenti in Europa
9) Se usciamo dall’euro, perdiamo i trasferimenti dall’unione europea.
L’Italia inspiegabilmente regala quasi lo 0,4% del suo PIL (più della Germania), circa 6 miliardi all’anno di euro, al resto d’europa. Durante le crisi degli stati ha generano decine di miliardi di nuovo debito pubblico a favore di altri. Se usciamo dall’euro da questo punto di vista non potremo che guadagnarci.
10) Col ritorno alla valuta nazionale saremo tutti più poveri ed i conti pubblici peggiorerebbero.
Falso. È vero unicamente se uno percepisce redditi in Italia e li spende all’estero. Ma per la quasi totalità dei residenti italiani accadrebbe il contrario. Tutte le simulazioni numeriche fatte all’estero dicono il contrario. Oggi siamo nell’euro e stiamo conoscendo una depressione economica impressionante e mai l’economia italiana è andata peggio. Qui la nostra simulazione del PIL nominale restando ed uscendo dall’euro, sia del PIL nominale che del Debito.
11) Col ritorno alla valuta nazionale l’italia vedrebbe esplodere immediatamente il debito perché i debito sono in euro.
Falso. Lo Stato onorerebbe il debito in valuta locale, non in euro (Lex Monetae). L’onere del debito non aumenterebbe; i creditori esteri hanno già incorporato la svalutazione nello spread, ed anzi il tasso diminuirebbe. Inoltre come visto aumenterebbe il PIL nominale, comprimendo il debito stesso.
12) Col ritorno alla valuta nazionale la banca centrale europea non finanzierebbe più il nostro sistema bancario, si bloccherebbe qualunque pagamento e esportazione e crollerebbe tutto
Chiariamo il punto di vista secondo logica:
a) Se a svalutazione avvenuta i paesi creditori bloccassero il nostro sistema bancario spingendo l’Italia al Default (ammesso che riescano nell’intento), altro non farebbero che spingere l’Italia a non ripagare i debiti verso essi stessi. Se facessero così sarebbero degli auto-lesionisti. Tra l’altro l’Italia ha un saldo primario attivo e non avrebbe in caso di default necessita’ di finanziarsi all’estero.
b) Se torna la Valuta Nazionale, torna anche la Banca Centrale Nazionale, e quindi qualcosa che quasi certamente svanirebbe (la BCE), non si sa bene quali minacce potrebbe compiere.
c) Le minacce da che mondo e mondo si fanno per “evitare” un evento. Ad evento successo, la minaccia è un non senso.
d) Normalmente i Default avvengono quando si esaurisce la cassa. L’Italia ha una cassa pari al 21% del PIL (oltre 300 miliardi di Euro) in Oro, Valute, Riserve, etc.
Direi che non c’è molto altro da aggiungere.
13) L’euro e’ una cosa buona perché ci da’ il “fattore dimensionale per competere” mentre con la valuta nazionale saremo dei nanetti.
Confuso. L'euro in se non vuol dire niente di niente. Certamente, c’e’ chi ha l’ambizione di vedere l'euro prendere il posto del dollaro come valuta di riserva e scambio mondiale, ed essere così in grado di imporre condizioni al resto del mondo, ma per fare ciò oltre all’Unione Politica, Fiscale, Valutaria e dei mercati del Lavoro, bisognerebbe pure investire massicciamente in armamenti. Oggi tra l’altro l'euro pesa nelle riserve delle banche centrali meno di quanto pesavano 15 anni fa le varie valute nazionali.
Vicino casa abbiamo la Svizzera ed in giro per il mondo tanti esempi di piccole nazioni che competono benissimo col resto del mondo. Quanto all’egemonia Mondiale, direi che l’Europa per una serie di ragioni (anche demografiche) può tranquillamente scordarsela.
L’Europa, Euro o non Euro, puo’ tranquillamente continuare ad essere un area di libero scambio, e se vi fosse maggior coordinamento (e non certo la valuta unica) potrebbe andare in giro per il mondo cogliendo determinate opportunita’ che effettivamente il fattore scala può facilitare.
CONCLUSIONI:
Il ritorno alla Valuta Nazionale, non risolve i problemi dell’Italia (di cui ho parlato tante volte e fatto proposte operative specifiche). Ma è altrettanto certo a mio avviso che una permanenza nell’euro non può che spingere l’Italia verso un impoverimento complessivo nazionale, che non ha niente di taumaturgico. Per cui non c’è alcuna ragione razionale per non tornare alla Valuta Nazionale, preparandosi a tale evento (che personalmente ritengo inevitabile, come insegna la storia).
Il dibattito sull’euro in Italia è assolutamente avvilente, perché come detto in calce, basato su pregiudizi morali e non su analisi, ricerche, dati e studio della storia.
Falso ideologico. Nell’epoca euro i conti pubblici dei periferici hanno avuto andamenti migliori rispetto a quelli Tedeschi (in Germania e Francia il Debito pubblico è salito, mentre nei periferici in genere è sceso). Gli squilibri sono stati nel settore privato e nei debiti esteri. I periferici hanno senza dubbio problemi (che vanno affrontati) ma la crisi ha evidentemente cause diverse.
2) Il ritorno alle valute nazionali è un salto nel buio
Falso. Le valute nazionali sono la norma da secoli, mentre le Valute Sovrannazionali (o l’aggancio a Valute estere, adottandole o fissando cambi fissi) è l’eccezione, ed ha sempre portato alla disgregazione del sistema, per la creazione di squilibri non governabili.
3) Col ritorno alla valuta nazionale vi sarebbe una svalutazione paurosa, del 40, 50 o 60%
Falso storico. Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), l’entità delle svalutazioni è generalmente pari, a parte oscillazioni iniziali, al differenziale di inflazione accumulato nel periodo a cambi fissi con la nazione più forte cui si e’ adottato il cambio. Non lo dico io, lo dice la storia economica mondiale.
4) Col ritorno alla valuta nazionale vi sarebbe un’inflazione galoppante, un litro di latte o di benzina costerebbe 5.000 Lire
Falso storico. Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), l’inflazione è sempre stata pari ad una frazione dell’entità della svalutazione. L’abbiamo spiegato con dati in svariati articoli, ma repetita juvant. Anche qui lo dice la storia.
5) Col ritorno alla valuta nazionale i tassi sarebbero galoppanti.
Falso storico. Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), i tassi salgono prima delle svalutazione (proprio perchè anticipano l’evento). Dopo la svalutazione immancabilmente, storicamente scendono.
6) Col ritorno alla valuta nazionale l’economia reale sarebbe meno competitiva.
Falsissimo. È vero il contrario e qui tutti gli indicatori dell’economia reale lo confermano. Ne allego uno per tutti: la produzione industriale della Germania e dell’Italia. Si vede chiaramente che l’Italia ha fatto decisamente meglio in coincidenza della svalutazione, mentre la Germania ha fatto meglio in regime di cambi semi-fissi (anni 80 fino al 1991) e con l’Euro (specie dopo il 2000). La cosa è riscontrabile su tutti gli indicatori e va estesa a tutti i paesi dell’euro. Vale comunque sempre, in ogni esperienza storica a cambi fissi.
7) Perché attacchi l’efficiente e lavoratrice Germania e difendi gli inefficienti ed immorali paesi periferici? la Germania sta all’Europa come la Lombardia sta all’Italia.
FALSO macro-economico. Il paragone non regge per niente, perchè la Lombardia dà al resto d’Italia trasferimenti pari al 12% del suo PIL, la Germania un misero 0,3%. Questo numero da solo dice tutto.
Un'unione valutaria funziona se ci sono delle precondizioni: A) forti trasferimenti interni in sussidiarietà B) un mercato del lavoro ed un sistema legislativo e fiscale comuni C) Un centro politico unitari.
In Italia vi sono tutti e 3 questi fattori (sia pure con enormi storture), in Europa no.
8) Se usciamo dall’euro, le altre nazioni europee ci fanno a fettine e mettono barriere.
Falso. Anche qui c’è un evidente mancanza di logica e conoscenza della storia. L’affermazione sopra è insostenibile per 2 ragioni:
a) Se l’Italia esce dall’euro, è evidente che ne uscirebbero almeno metà delle nazioni (nel caso minore) o tutte (più realisticamente). Per esempio la sola uscita dell’Italia dall’euro costerebbe alla Francia, restando questa ancorata alla Germania ed alla valuta unica, il passare da un Deficit Commerciale abnorme, ad uno immenso, con banali conseguenze. Se escono tutti o quasi, non vedo perché tutti debbano prendersela con l’Italia.
b) Storicamente, nelle varie crisi dove una valuta si è sganciata da altre, non si è mai verificato l’ingabbiamento commerciale del paese stesso, semplicemente perché impossibile da fare e perché sarebbe sconveniente nel medio periodo a chi lo attua. Avverrà parimenti in Europa
9) Se usciamo dall’euro, perdiamo i trasferimenti dall’unione europea.
L’Italia inspiegabilmente regala quasi lo 0,4% del suo PIL (più della Germania), circa 6 miliardi all’anno di euro, al resto d’europa. Durante le crisi degli stati ha generano decine di miliardi di nuovo debito pubblico a favore di altri. Se usciamo dall’euro da questo punto di vista non potremo che guadagnarci.
10) Col ritorno alla valuta nazionale saremo tutti più poveri ed i conti pubblici peggiorerebbero.
Falso. È vero unicamente se uno percepisce redditi in Italia e li spende all’estero. Ma per la quasi totalità dei residenti italiani accadrebbe il contrario. Tutte le simulazioni numeriche fatte all’estero dicono il contrario. Oggi siamo nell’euro e stiamo conoscendo una depressione economica impressionante e mai l’economia italiana è andata peggio. Qui la nostra simulazione del PIL nominale restando ed uscendo dall’euro, sia del PIL nominale che del Debito.
11) Col ritorno alla valuta nazionale l’italia vedrebbe esplodere immediatamente il debito perché i debito sono in euro.
Falso. Lo Stato onorerebbe il debito in valuta locale, non in euro (Lex Monetae). L’onere del debito non aumenterebbe; i creditori esteri hanno già incorporato la svalutazione nello spread, ed anzi il tasso diminuirebbe. Inoltre come visto aumenterebbe il PIL nominale, comprimendo il debito stesso.
12) Col ritorno alla valuta nazionale la banca centrale europea non finanzierebbe più il nostro sistema bancario, si bloccherebbe qualunque pagamento e esportazione e crollerebbe tutto
Chiariamo il punto di vista secondo logica:
a) Se a svalutazione avvenuta i paesi creditori bloccassero il nostro sistema bancario spingendo l’Italia al Default (ammesso che riescano nell’intento), altro non farebbero che spingere l’Italia a non ripagare i debiti verso essi stessi. Se facessero così sarebbero degli auto-lesionisti. Tra l’altro l’Italia ha un saldo primario attivo e non avrebbe in caso di default necessita’ di finanziarsi all’estero.
b) Se torna la Valuta Nazionale, torna anche la Banca Centrale Nazionale, e quindi qualcosa che quasi certamente svanirebbe (la BCE), non si sa bene quali minacce potrebbe compiere.
c) Le minacce da che mondo e mondo si fanno per “evitare” un evento. Ad evento successo, la minaccia è un non senso.
d) Normalmente i Default avvengono quando si esaurisce la cassa. L’Italia ha una cassa pari al 21% del PIL (oltre 300 miliardi di Euro) in Oro, Valute, Riserve, etc.
Direi che non c’è molto altro da aggiungere.
13) L’euro e’ una cosa buona perché ci da’ il “fattore dimensionale per competere” mentre con la valuta nazionale saremo dei nanetti.
Confuso. L'euro in se non vuol dire niente di niente. Certamente, c’e’ chi ha l’ambizione di vedere l'euro prendere il posto del dollaro come valuta di riserva e scambio mondiale, ed essere così in grado di imporre condizioni al resto del mondo, ma per fare ciò oltre all’Unione Politica, Fiscale, Valutaria e dei mercati del Lavoro, bisognerebbe pure investire massicciamente in armamenti. Oggi tra l’altro l'euro pesa nelle riserve delle banche centrali meno di quanto pesavano 15 anni fa le varie valute nazionali.
Vicino casa abbiamo la Svizzera ed in giro per il mondo tanti esempi di piccole nazioni che competono benissimo col resto del mondo. Quanto all’egemonia Mondiale, direi che l’Europa per una serie di ragioni (anche demografiche) può tranquillamente scordarsela.
L’Europa, Euro o non Euro, puo’ tranquillamente continuare ad essere un area di libero scambio, e se vi fosse maggior coordinamento (e non certo la valuta unica) potrebbe andare in giro per il mondo cogliendo determinate opportunita’ che effettivamente il fattore scala può facilitare.
CONCLUSIONI:
Il ritorno alla Valuta Nazionale, non risolve i problemi dell’Italia (di cui ho parlato tante volte e fatto proposte operative specifiche). Ma è altrettanto certo a mio avviso che una permanenza nell’euro non può che spingere l’Italia verso un impoverimento complessivo nazionale, che non ha niente di taumaturgico. Per cui non c’è alcuna ragione razionale per non tornare alla Valuta Nazionale, preparandosi a tale evento (che personalmente ritengo inevitabile, come insegna la storia).
Il dibattito sull’euro in Italia è assolutamente avvilente, perché come detto in calce, basato su pregiudizi morali e non su analisi, ricerche, dati e studio della storia.
lunedì 21 aprile 2014
giovedì 10 aprile 2014
Qe x ecb ?
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